Notizia degli ultimi giorni è l’incontro politico intergovernativo noto come G7. Un incontro dove si riuniscono le sette grandi potenze mondiali, ovvero: Francia, Italia, Germania, Inghilterra, Giappone, Stati Uniti e Canada. Quest’anno il paese ospitante è stato il Giappone, in particolar modo il meeting si è tenuto nella città simbolo di Hiroshima. Infatti uno dei principali temi da affrontare durante le otto sessioni di lavoro è il disarmo nucleare e non proliferazione, come si legge dal sito ufficiale del Unione Europea. 

La questione del disarmo nucleare non viene posta solo in tempi moderni, ma già si iniziò a sentir parlare di disarmo nucleare subito dopo lo scoppio delle due bombe atomiche. Ma già dai primi test, gli stessi ideatori delle bombe atomiche capirono il grandissimo pericolo a cui stavano andando in contro. 

 

L’era atomica iniziò ufficialmente il 16 luglio 1945 quando venne testata la prima bomba atomica. Quello fu il “traguardo” di una lunga corsa iniziata a cavallo tra gli anni ’30 e ’40, quando il presidente americano Franklin Delano Roosevelt diede inizio al progetto Manhattan. Nel 1940 istituì l’Uranium Commitee, che vide i primissimi risultati nel 1943 quando Enrico Fermi mise a punto il Chicago Pile One, ovvero il primo reattore a fissione nucleare, ottenendo così la prima reazione nucleare a catena auto-sostenuta. Ma l’apice e il momento più critico si toccò nell’agosto del 1945, quando vennero sganciate due bombe contro civili giapponesi. Gli attacchi colpirono le città di Hiroshima e Nagasaki. 

Con l’inizio della guerra fredda, che vedeva scontrarsi in una guerra ideologica URSS e USA, il pericolo nucleare aumentava ogni giorno sempre di più. Ecco che nei primi anni di questo conflitto i più grandi scienziati e intellettuali del mondo si riunirono per dare vita ad un manifesto pacifista. Ecco che il filosofo-matematico Bertrand Russell e lo scienziato Albert Einstein si fanno promotori di un importante dichiarazione a favore del disarmo nucleare. Nel 1955 viene pubblicato il Manifesto Russell-Einstein

Russell in particolar modo fu un filosofo da sempre vicino alla tematica della guerra. Nel 1915 in risposta alla devastazione della I Guerra Mondiale scrisse un libro intitolato “Perché gli uomini fanno la guerra?”. Egli afferma che la guerra non è altro che un fallimento dell’umanità, in quanto manifesta la sua incapacità di risolvere i conflitti in modo pacifico. Alla base delle guerre vi è solamente il desiderio di potere, di risorse e di prestigio. Ecco che l’unica soluzione possibile è la spartizione equa delle risorse e la giustizia sociale. Per garantire queste condizioni era necessario fondare un governo democratico mondiale. Ecco che la cooperazione internazionale diviene essenziale per la pace e la prosperità eterna. 

Questo stesso concetto verrà più volte ripetuto nel manifesto redatto per il disarmo nucleare. Gli stessi Russell e Einstein affermano che “abolire la guerra richiede sgradite limitazioni alla sovranità nazionale”. Questo perché tutta l’umanità è ormai in pericolo e non si devono fare distinzioni di nazioni o continenti. 

 

I capi delle nazioni non comprendono che loro stessi sono in pericolo, i loro figli i loro cari. Credono che le guerre potranno continuare a esserci a patto che non vengano usate armi moderne. Ma è un’illusione. In tempo di guerra se ci fosse il timore di una bomba ad idrogeno, entrambe le fazioni si metterebbero a costruire bombe ad idrogeno. Questo perché se una delle due parti non costruisse la bomba ad idrogeno, la parte che l’ha costruita risulterebbe inevitabilmente vittoriosa. 

Quindi un accordo di riduzione degli armamenti nucleari non costituirebbe la soluzione la soluzione definitiva al problema ma ridurrebbe il terrore di un attacco improvviso come quello di Pearl Harbour. In secondo luogo diminuirebbe la tensione internazionale tra Oriente e Occidente.

Il manifesto si conclude con una sollecitazione. I due intellettuali esortano tutti gli stati ad una conferenza internazionale e che i singoli governi prendano atto che i loro obbiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale ma bisogna trovare mezzi pacifici per risoluzione delle loro controversie. Cyrus Eaton, un imprenditore canadese che conosceva Russell, si offrì di finanziare una conferenza nella sua cittadina di Pugwash, in Nuova Scozia. Tale conferenza nel 1995 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace.

Rosario Salamone

0 CommentsClose Comments

Leave a comment

Newsletter Subscribe

Get the Latest Posts & Articles in Your Email

We Promise Not to Send Spam:)