"Gli sforzi della maggior parte degli esseri umani si consumano nella lotta per il loro pane quotidiano, ma la maggior parte di quelli che sono, per caso o per qualche dono speciale, sollevati da questa lotta sono largamente assorbiti nell’ aumentare ulteriormente i loro possessi terreni… ma c’è, fortunatamente, una minoranza composta da coloro che riconoscono presto nelle loro vite che le esperienze più belle e soddisfacenti aperte all’umanità non sono derivate dall’esterno, ma sono legate allo sviluppo del proprio individuale sentire, pensare e agire. I vari artisti, ricercatori o pensatori sono sempre persone di questo tipo. Per quanto la loro vita trascorra in sordina, pur tuttavia i frutti dei loro sforzi sono i più fondamentali contributi che una generazione può lasciare alla successiva. Pochi giorni fa una matematica, il Professor Emmy Noether, prima appartenente all’Università di Gottinga e negli ultimi due anni al college Bryn Mawr, è morta a 53 anni. Nel giudizio dei matematici pi  competenti, la Signorina Noether era il più significativo e creativo genio matematico apparso quando le donne hanno avuto accesso all'istruzione superiore…"

A scrivere queste parole fu Albert Einstein nel 1935, in occasione della morte di Amélie, “Emmy”, Noether, uno dei pilastri della matematica contemporanea che, con i suoi studi e con la formulazione dei suoi teoremi, affascinò Einstein e lo aiuto indirettamente a risolvere i dubbi riguardo la sua teoria della relatività.

Emmy nacque il 23 marzo del 1882 ad Erlangen, un piccolo paesino nel sud della Germania, da una ricca famiglia ebrea. Grazie al padre Max, rinomato professore di matematica all’università di Erlangen, Emmy riuscì sin da subito a mostrare le sue doti logico-matematiche ma nonostante le sue capacità venne indirizzata agli studi di lingue e di musica, ritenuti più adatti ad una donna. Il periodo in cui nasce e cresce Emmy, infatti, è un periodo in cui gli ostacoli di genere non lasciavano scampo alle donne e in cui prevaleva il pensiero maschilista che limitava le ambizioni delle donne a “Kinder, küche, kirche” cioè bambini, cucina e chiesa. 

Emmy però  non si accontentò e per non rinunciare alle sue ambizioni iniziò a seguire, con l’aiuto del padre, le lezioni di matematica come uditrice. È in questo periodo che, frequentando l’ambiente universitario, venne notata da altri grandi matematici del periodo, tra i primi vi sono David Hilbert e Felix Klein. 

Nel 1904 le università di matematica aprirono alle donne ed Emmy riuscì a laurearsi col massimo dei voti senza però la possibilità  di insegnare, poiché in quanto donna il senato universitario non la ritiene all’altezza del ruolo. È proprio in questa occasione che Hilbert, non comprendendo come il genere del candidato potesse influenzare la sua ammissione, obiettò al senato difendendo la sua allieva con la famosa frase “il senato accademico non è uno stabilimento balneare!”, che ai tempi erano distinti tra donne e uomini.

Iniziò così a lavorare gratuitamente affiancando il padre fin quando, otto anni dopo, nel 1915 furono proprio Hilbert e Klein a chiederle di trasferirsi all’università di Gottinga per studiare, insieme a un circolo di matematici, la teoria della relatività di Einstein, che secondo Hilbert stava andando incontro al fallimento. È proprio in questi anni che Emmy elaborò il teorema di Noether, uno dei più grandi contributi alla matematica e alla fisica, con il quale gettò le basi per la dimostrazione del principio di conservazione  dell’energia, aiutando Einstein a superare il fallimento indicato da Hilbert.

Dopo gli anni a Gottinga le venne finalmente concesso di sostenere l’esame per l’abilitazione e nel 1920 ottenne la sua prima cattedra, ricevendo per uno stipendio notevolmente inferiore rispetto ai suoi colleghi maschi. In breve tempo ottenne stima e rispetto a livello mondiale e i suoi studi iniziarono ad essere seguiti con dedizione da un gran numero di studenti. 

L’ascesa al potere di Hitler provocò il licenziamento di Emmy e la obbligò a trasferirsi; fece così richiesta a diverse università negli Stati Uniti ma venne rifiutata in quanto donna. Si trasferì quindi in Pennsylvania, accolta al Bryn Mawr college, e venne subito circondata da quelli che verranno chiamati “Noether Boys”, un gruppo di studenti che seguiva appassionatamente i suoi studi. Proseguì la sua vita dedicando anima e corpo alla sua passione fin quando il 14 aprile del 1935 mor  a soli 53 anni, a causa di un tumore.

Leggendo la vita di Emmy Noether emergono immediatamente le numerose difficoltà riscontrate a causa del suo essere donna. Alla base del grande problema dell’invisibilità delle donne nel mondo della matematica vi sono una serie di stereotipi e pregiudizi di genere che purtroppo non sono stati ancora del tutto demoliti nella società odierna e che allontanano tante ragazze dagli studi matematici.

Ancora oggi l’Onu rileva grandi dislivelli tra la presenza di uomini e donne nelle facoltà scientifiche, si è infatti sentita la necessità di celebrare, il 12 maggio, la giornata internazionale delle donne in matematica, quasi a sottolineare la straordinarietà di ciò che in realtà dovrebbe essere scontato. È dall’istruzione che arriva la consapevolezza sulla disparità tra sessi ed è per questo che è importante raccontare di importanti figure femminili, come Emmy Noether, che hanno cambiato il corso della storia nelle scienze, come in altri settori. Storie di donne rimaste nell’ombra a causa di discriminazioni e abusi; storie che si devono fare conoscere non solo alle piccole donne sognatrici, ma anche ai coetanei di sesso opposto, così che tutti possano apprendere il valore dell’essere umano senza distinzione di genere.

Miranda Alessi

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